mercoledì 18 marzo 2009

Life on Mars ? ? ?

Non ho resistito e l'ho fatto. Mi ero promesso che non l'avrei fatto, che non l'avrei fatto per nessuna ragione al mondo, che non avrei sprecato in quel modo il mio tempo, ma alla fine non ho potuto farne a meno, e...
E mi sono messo a guardare i primi episodi della versione USA di Life on Mars.
Che dire di questo "gioiello"?
Francamente non ho voglia di lasciarmi andare agli scontati (per quanto legittimi e pienamente condivisi) commenti su "Jason O'Mara che non vale un decimo di John Simm", o sul "perchè la paffuta e simpatica Annie Cartwright è stata rimpiazzata da una bionda senza un briciolo di appeal". Non voglio giudicare nemmeno il buon vecchio Keitel nei panni di Gene Hunt - non so chi esca peggio dalla visione del telefilm, se l'attore o il personaggio.
A mio avviso, per rendersi conto del perchè Life on Mars fosse una serie destinata a breve vita è sufficiente buttare l'occhio sulla sequenza dell'incidente.
La scena, nella versione inglese del telefilm, è perfetta. Montaggio, movimenti di camera, gioco di sguardi, breve dialogo tra Sam e un "bobbie", tutto si sposa alla perfezione accompagnato dalla suadente voce di Bowie in quello che diventa l'inizio dell'onirico viaggio a ritroso nel tempo di Tyler.
Viceversa quella USA è sconclusionata, non si regge in piedi e la musica risulta quasi un fastidioso sottofondo. Guardare per credere.
Io non capirò nulla di regia, sia chiaro, ma non potevano replicare esattamente la sequenza dell'originale? Dico, gli autori (di questo misfatto) si saranno pur resi conto che c'era qualcosa di "stonato" nella loro versione della sequenza...
Ciliegina sulla torta, nella versione originale Sam comincia a rendersi conto di quello che gli è successo notando i cartelloni per la costruzione dell'imminente superstrada sopraelevata, mentre invece lo stralunato O'Mara si trova di fronte le imponenti torri gemelle del W.T.C., non ancora abbattute dall'attacco terroristico del 2001.
Alla faccia di Jean Baudrillard.

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