giovedì 6 agosto 2009

2012, la Fine del Mondo. Ma, in fondo, perchè aspettare?


In questo periodo (e presumibilmente ancora per un paio d'anni) non si fa altro che parlare del calendario Maya e del 2012, data in cui dovrebbe finire il mondo "così come lo conosciamo". Gli scaffali delle librerie son pieni di libri, più o meno seri, più o meno (fanta)scientifici, sull'argomento, e un certo cinema non si sta lasciando scappare l'occasione per tirar fuori pellicole ad alto tasso di testosterone e di effetti speciali.

Ammettiamolo, anche i più scettici qualche domanda cominciano a porsela.

Poi, uno, guardandosi attorno, si rende conto di un agghiacciante particolare: in realtà la fine del mondo c'è già stata. Solo che non ce ne siamo accorti.

Basta accendere la tv o sfogliare un qualsiasi giornale, e si vede solo decadenza, crollo dei valori, morte, sangue, sesso, prostituzione (fisica ed intellettuale). Programmi televisivi che sembrano i simposi-scannatoio della Roma decadente. Nessuno, oggi, guarda più in là del proprio naso, e pazienza se il mio vicino di casa sta schiattando o non riesce a pagare le bollette o non ha da mangiare, io ho pagato la mia tesserina premium e c'ho la partita dell'Inter da guardare. Giovani disoccupati o precari (categoria in cui mi inserisco anch'io) che a 30 anni vivono dai genitori perchè non possono permettersi nemmeno l'affitto di un monolocale in periferia. Zero prospettive per il futuro. Zero futuro. A 30 anni mio padre aveva già me, io ho solo un paio di polmoni affaticati dalle migliaia di Barclay (ormai Kent) fumate e un contratto di lavoro che scade il 30 di settembre. Poi lo credo bene che i quindicenni s'ammazzano di alcool, li capisco anche. Abbiamo un governo che avvantaggia la scuola per ricchi, fondi per la ricostruzione in Abruzzo a ditte di amici degli amici di tizio, caio e semproneo che poi alla fine sono sempre i soliti (quelli che, per intenderci, costruiscono ospedali, scuole e cavalcavia con cemento tarocco...). Si sta cercando di creare una società fatta di 'compartimenti stagni', in cui il figlio dell'avvocato fa l'avvocato, il figlio del notaio fa il notaio, il figlio dell'operaio fa l'operaio (basti pensare al programma di assunzione delle Poste, che prevede vantaggi per i figli di chi ha lavorato alle Poste... Inquietante...). Stato di guerra permanente in Medio Oriente. Se Gesù Cristo rinascesse oggi, certo non aspetterebbe i 33 anni per farsi crocifiggere: si suiciderebbe molto prima. E poi "perdonali Padre, perchè non sanno quello che fanno. Anzi, no, Padre, ci ho ripensato: spacca tutto come hai fatto con Sodoma e Gomorra, che è meglio..."

Anche nel mondo dell'arte, della musica, dello spettacolo, non si fa nulla di nuovo, tutti i libri, i film, le opere d'arte altro non sono che rimasticazione di cose già fatte, già viste, già sentite. Va avanti chi conosce, possono fare solo 'i figli di', e gli altri che s'attacchino. Burri e Lucio Fontana hanno ceduto il passo a Maurizio Cattelan. Negli anni '90, in Italia, avevamo i Timoria che suonavano Senza Vento e i Litfiba con i video di Gioconda e Spirito, mentre oggi spopolano Marco Carta e Giusi Ferreri. Marilyn Monroe e James Dean sono stati sostituiti da Paris Hilton (Paris, Hilton, cazzo!), mentre i giovani, al liceo, preferiscono Moccia a Pasolini. I film e i telefilm sono solo remake, reboot e scopiazzature (rigorosamente di livello più basso degli 'originali'). L'elenco potrebbe continuare, ma, come si dice, I think I've made my point.

Ripeto: il 2012 non ci sarà nessuna fine del mondo. La fine del mondo c'è già stata. Solo che non ce ne siamo accorti.

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4 commenti:

  1. La fine delle cose è palese, ma ricorda: quando si tocca il fondo, si può sempre trivellare....

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  2. Sono d'accordo pienamente col tuo punto di vista.

    Ricordo di aver scritto un tema, alle superiori, che oggi mi scorre sotto gli occhi mentre leggo il tuo articolo. A quell'epoca il professore di italiano, vecchio abbastanza per guardare con occhi disincantati il mondo, rimase colpito dalle mie parole e lodò il tema come esempio di consapevolezza di un disgraziato stato di cose. Allo stesso tempo però, mi trovai tutta la classe schierata contro (tranne due sincere amiche). Me ne dissero dietro di tutti i colori: che, se ero giovane di età, non lo ero di spirito, che ero pesante e pessimista, noiosa, ed altri epiteti ancora (e meno gentili).
    Seguì un generale malcontento tra i miei compagni a quella denuncia di malessere (soprattutto tra i giovani), di un generale abbattimento di valori e di positività e di prospettive, che essi in fondo sentivano - in qualche recesso della mente e appena sotto lo strato epidermico - come vera e inquietante.
    Risultato: confermarono i loro sospetti sul mio essere strana e decisero che ero sicuramente "cocca" del professore, per cui era meglio tenermi un pochino distante.
    Bene, quell'opinione che così impunemente spiattellai ai miei compagni di classe non è cambiata nel tempo, e oggi sono tanto più contenta di trovarla nelle tue parole.
    Viviamo immersi nei paradossi e nelle ingiustizie, senza una chiara direzione verso la quale dirigerci e con castelli di tradizioni, convenzioni, valori, che - quando non rovinano completamente al suolo - non ci forniscono però riparo né sono per noi un santuario. Ce ne è di bontà e di gentilezza e di rispetto e di fratellanza, nel mondo; ma il mal costume, la disonestà e l'aridità spirituale/intellettuale mi sembrano eclissarli col loro strapotere fattuale e mediatico. Il sano e il bello mi sembrano diventati nell'immaginario comune quasi come qualcosa di straordinario e che fa notizia, che appartiene ai servizi dei telegiornali nei titoli di coda (per rasserenare lo spirito quando si finisce di mangiare, dopo aver buttato giù mezz'ora di notizie che fan venire l'acido); e quando ciò che è sano e bello non è sfruttato con perfidia per fare soldi, viene purtroppo o non creduto o rivestito di sospetto o accantonato come appartenente ad un mondo che non è certamente il quotidiano che sperimentiamo.
    Ora, che sarebbe se il passaggio del sistema solare nella zona della galassia che è a maggiore densità magnetica ("relata refero") provocasse sulla Terra una serie di cambiamenti tali da dover affrontare ciò che vediamo con terrore solo nei film? Cosa sarebbe se il cielo si riempisse di meteoriti? Se il polo magnetico mutasse direzione?
    Ipotizziamo di sopravvivere in qualche modo alla catastrofe; potrebbe sorgere da un'umanità sconvolta e in delirio un migliore stato di cose?
    Non credo. La causa del dolore di molti è il prevalere della volontà di pochi e spietati, che ci sono sempre stati e ci saranno anche in futuro. Consolazione è però il sapere con altrettanta sicurezza che le menti rette e dotate di talento e discernimento troveranno la via, in qualsivoglia futuro, per farsi sentire ed erigersi come esempio e modello per gli altri.

    Ciao, grazie dell'articolo altamente ispirativo :)
    Elena

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  3. Ciao Elena, grazie per il bel commento e per le belle parole! "La causa del dolore di molti è il prevalere della volontà di pochi" (frase che, per la cronaca, mi son permesso di citare su Fb...).
    Di rado una frase così breve riesce a esprimere un concetto con tanta precisione.

    Avrai notato un drastico calo nei post in questo periodo... Beh, diciamo che Rabbit Don't Come Easy s'è preso qualche giorno di vacanza per ferragosto!

    A presto per altri post, ovviamente i tuoi commenti son sempre benaccetti!!!

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  4. A presto! e buone ferie. Ciao!!

    Elena :)

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