giovedì 10 giugno 2010

il suo nome è Cosimo Manfreda, ed è un eroe.

Oggi è il 10 giugno 2010. Oggi, in Italia, nella nostra piccola, xenofoba, razzista, odiosa, vanitosa, sonnolenta e bulimica italietta sono successe tante cose. Sono successe tante cose nella nostra splendida, verde, colta, laboriosa, amata Italia.
Oggi si celebra l'anniversario dell'entrata in guerra, disgraziato proclama di un uomo troppo piccolo che voleva sentirsi troppo grande, che oggi ha in chi ci guida una ridicola, rimpicciolita fotocopia. Disgraziata ode alla venuta del mondo nuovo, voglia di posti al sole che tanti lutti addusse all'italiani. All'Italia di mogli, madri e figlie che han pianto. Oggi c'è la festa dei marinai, che nelle loro candide uniformi marciano sotto il sol leone, e salutano il Presidente Comunista in piedi accanto al Ministro Fascista. Presidente che firma, firma, firma leggi e leggine e leggette, come quella passata oggi appunto, 10 giugno 2010, anniversario dell'entrata in guerra, seconda guerra mondiale. La legge passata oggi che tanto odora di ventennio e che poco fa sperare per il futuro, legge grazie alla quale molti scrittori, giornalisti, intellettuali (tutti migliori del vostro umile Rabbit, tutti più accreditati e più bravi del vostro umile Rabbit) non potranno più lavorare. Non potranno più scrivere. Rischieranno di andare in galera se parleranno di cose scomode, di cose che non piacciono al piccolo erede del piccolo uomo, che crede di essere un grande Napoleone contemporaneo. Che crede di poter fare e dire tutto quello che vuole.
Oggi, in Italia sono successe tante cose, tant'altre ve ne sarebbero da raccontare, di madri infermiere che rapiscono i bimbi d'altre donne, di donne violentate e uccise, di preti denunciati che pagheranno, speriamo, le loro pene all'inferno, o almeno così ci ha promesso Madre Chiesa. Oggi però, un nome su tutti deve restare nella memoria: questo nome è Cosimo Manfreda, operaio morto mentre faceva il suo lavoro, a Brindisi, nell'esplosione di un serbatoio, mentre faceva il suo lavoro. Lavoro umile, nobile, faticoso. Lavoro dignitoso. Lavoro da eroe. Cosimo si unisce ai tanti, troppi altri che perdono la vita, ogni anno, ogni mese, ogni settimana in italia.
Disgrazia. Fatalità. Incidente. Più o meno gravi colpe, valle a cercare adesso. Vai a indagare. Vallo a dire alla famiglia di Cosimo di chi è la colpa. Vallo a dire a Cosimo che è stato un incidente.
"Così è la vita" direbbe Kurt Vonnegut.
Cosimo Manfreda è morto, viva Cosimo Manfreda, dice Rabbit.
Ma tanto, domani ci saremo già dimenticati di lui, da domani per qualche settimana i problemi saranno altri, e allora le morti bianche di Cosimo e dei suoi compagni di sventura passeranno in secondo piano, mentre torneremo, noi italiani, a domandarci se Andrea Pirlo recupererà in tempo, e perchè Lippi non ha portato anche Francesco Totti al mondiale, e se davvero gli azzurri quest'anno se la caveranno.
Rabbit non ti conosceva, Cosimo. Rabbit nemmeno sapeva chi tu fossi, fino ad oggi. Rabbit ti saluta, Cosimo, te e i tuoi familiari. Ci vediamo dall'altra parte.

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